Comunicazioni dai presidenti: Federavo e Regionale AVO Calabria
Trascriviamo quanto appena comunicatoci dal Presidente Federavo:
Carissimi,
il nostro caro Fondatore, Erminio Longhini, si è spento ieri sera ed è tornato alla casa del Padre.
L'Avo deve a lui tutto il suo esistere e la ragione in forza della quale da oltre quarantanni, ogni giorno, perpetriamo il nostro servizio di reciprocità accanto agli ammalati.
Ci lascia un grande uomo, capace di cogliere con la sua sensibilità, con l'umanità e con la sua fede quell'essenziale che spesso gli occhi non vedono e nemmeno le menti.
Non ci lascia però soli, anzi ognuno di noi lo ritroverà nel proprio servizio se saprà mettere a frutto tutto il sapere, la saggezza, la profondità che Erminio ci ha sempre comunicato ed insegnato.
In questo momento più che mai occorre l'unità e la coesione di animi e di intenti.
L'AVO che Longhini ha creato deve continuare il cammino nel suo nome e farsi portatrice di speranza, accoglienza, letizia.
Lo penso sereno e felice, in cielo, accanto alla sua cara Nuccia che oggi ritrova.
Il loro sguardo amorevole ci seguirà nel tempo; a noi il compito di proseguire sulla strada tracciata.
Sul nostro sito Federavo è già stato pubblicato un suo ricordo; vi invito a voler far si che tutti i volontari Avo sappiano chi era Longhini e quale sia stato il suo ruolo nella nostra Associazione.
Un caro abbraccio a voi tutti. Massimo Silumbra.
E dal Presidente Regionale AVO Calabria:
Erminio Longhini ci ha lasciati. Venticinquemila volontari piangono la Sua dipartita che ci lascia orfani della propagazione d'amore, di aiuto, di servizio, di solidarietà, di umiltà. Un grande uomo già nella storia, è scomparso lasciando una formidabile eredità ed un testamento senza eguali: atti d'amore e di misericordia nella sofferenza. Un mito contemporaneo che per un "bicchiere d'acqua" ha sollevato coscienze assopite dall'indifferenza, assopite dagli interessi propri, assopite dalla noncuranza del nostro prossimo. Nelle visite quotidiane nel Suo reparto quale primario il Prof. Longhini un giorno sentì una paziente chiedere dell'acqua, ma nessuno l'ascoltava.......ma a chi tocca questo servizio, pensò. Ed il suo pensiero continuò fino a che un giorno ebbe il lampo tanto atteso: dare vita ad un gruppo di persone volontarie atte alla cura del malato non assistito psicologicamente. Con il grande successo che tutti conosciamo circa questa iniziativa la persona sofferente non era più sola, aveva qualcuno che condivideva la sua malattia. E così fu. Sono trascorsi molti da quel lontano 1974 ed il grande Erminio per tutto questo tempo ha continuato nella Sua vigile ma non oppressiva presenza a dare il Suo contributo affinchè la Federavo potesse crescere di giorno in giorno. E questo per la Sua totale convinzione che la società deve pretendere un ospedale, oltre che tecnicamente idoneo, anche capace di ridonare alla vita di ogni giorno soggetti convinti dell'esistenza di una fraternità umana che si fa sentire nell'ora del bisogno. Il volontario ha in se un grande sigillo, diceva, raro a trovarsi nell'umanità e, proprio per questa ragione, garante di una profondità di rapporto: è il sigillo del gratuito, del dono offerto senza contropartita e che richiede pertanto, di ritorno, un dono pure gratuito: l'apertura da parte del malato dell'intimità del proprio mondo interiore. Ricordo che nei raduni nazionali annuali non mancava mai in Lui la parola "reciprocità" con la quale intendeva il rapporto dinamico di parità che collega nella stessa forma e nella stessa misura i rapporti esistenti fra il malato ed il volontario. e questo significava e significa massimo rispetto nei confronti dei meno fortunati. Quante lezioni di vita nelle corsie ospedaliere, quanto amore per i senza speranza, quanto desiderio di aiutare i più bisognosi. Veramente pagine e pagine di vita vissuta si potrebbero raccontare ma questo si potrebbe farlo solo con un animo sereno e non pieno di dolore come ha in questo momento chi sta scrivendo. Caro Erminio, tu hai fatto il futuro della vita di tutti noi volontari, tu hai vissuto per quello che ti sei sentito dentro. Non ti sei mai nascosto fra la gente ma hai portato a compimento una grande opera manifestata e voluta forse con la consapevolezza di Colui che ora ti ha accolto a braccia aperte. La forza dell'amore di Dio ti ha fatto vincitore di tutte le battaglie perchè l'amore è la vera vittoria.
Caro Erminio, una preghiera ti vogliamo fare e cioè di restare sempre fra noi, di non dimenticarci, di assisterci sempre specie nei momenti in cui davanti al sofferente non troviamo un pensiero adatto alla sua infermità. Non smettere mai di osservarci dall'alto, non smettere mai di perdonare le nostre debolezze, non smettere mai di consigliarci nei momenti del dono. Noi dal canto nostro ti promettiamo che non guarderemo indietro per ricordare qualcosa di bello che non tornerà più ma chiuderemo gli occhi e li riapriremo solo quando avremo la forza di voltarci indietro senza piangere e guardare avanti sorridendo. Ciao Erminio da tutti i volontari delle Avo Calabresi.
del 07/11/2016